BUDRIO DI COTIGNOLA


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UN PO' DI STORIA

BUDRIO 1920 - CHIESA PARROCCHIALE DI BUDRIO DI COTIGNOLA

BUDRIO 1919, DAVANTI AL CIRCOLO PARROCCHIALE - Gentile concessione sig. Sante Montanari

Budrio History
The origins of the place date back to a far past settling its roots in the Roman age or perhaps
previous too.
In fact before the Romans there were the Umbrians and the Etrurians that suffered Gallic invasions
in about 400 B.C.
In the II and III century B.C. the Romans had to fight strongly to drive the Gauls back to Northen
Aemilia.
Surely the Romans colonized the territory of Budrio as the division in centuries - "centuriazione" - is
very clear even nowadays.
The small village was set on the present Budrio street that we have not to consider of Roman
origins pre-existent.
The first Romans that were given these territories were members of gens Pollia or Balbia.
As regards the place name (moreover very common in Emilia Romagna) it is thought coming from
pagus of Buttrium, that is "a place used to grazing" in Umbian language.
At the fall of Romans Western Empire such as in the whole Italy the barbarians got to Romania too,
they left indelible traces of their passing and made inhabitants in the position to abandon the area.
Since the V - VI century A.D. to the XI - XII century all the land was turned into muddy valleys and
the marshes by Senio and Santerno rivers.
After getting over the first millennium crisis during the feudalism medieval castles were built in all
the territory.
That happened also in Budrio and in its surrounding the Earls of Cunio erected important buildings
and among them the most interesting is the castle of "Villa di Budrio". The Earls of Cunio belonged
to an ancient ecclesiastic family that was defeated by the Manfredi from Faenza in XIII century A.D.
The Earls of Cunio rebuilt and strengthened the buildings they still had till the braveheart and skilful
Alberico from Barbiano called the Great came out. He was the first captain of fortune.
But little by little the rich dynasty finished and the Castle of Budrio was destroyed in 1409 by
cardinal Cossa allied to the Bolognesi. All the land and Cotignola were included in the dominions of
the Church and were donated in 1411 to fortune captain Muzio Attendolo Sforza (the progenitor of
the Lordship family of Milan), leader of the papal army.
After about a century Romagna turned back to the Church that handed over the lughese area
including Budrio to the Estensi di Ferrara.
In the XVII century the Lanzichenecchi being in Austrian's service spread plague everywhere and in
Budrio within two months 31 people died and many of them were children.
In the following century Budrio suffered the happenings of war and in 1735 had to lodge a lot of
Alemanni for about six months.
In the 18th century Budrio had got about 400 inhabitants that were quite poor but quite quiet.
At the end of the century the French Revolution began and the Napoleonic conquests started.
At first Budrio was attracted by French ideals believing Napoleon was the liberator by ecclesiastic
yoke.
After a while Budrio considered Napoleon as an invader and there were numerous clashes with 8
dead at least.
After the Napoleonic period the papal government was restored as Congress of Vienna decided in
1815 but families continued to be poor.
In the sphere of a political activity also Budrio was in the ferment of Risorgimento and two civic
papal guards were nominated in order to control the situation.
In 1849 the Roman Republic was proclaimed and the Papal government decayed. But French
support to the papal soldiers caused the end of the Roman Republic and the papal guards came
back to Romagna.
When the first world war broke out from Budrio several men went and fought in Trentino and on the
Carso.
A stone on the treshold of the local cemetery commemorates the fallen.
Later on at the same time of the excitement for Bolshevik Revolution the first Fascist signs began.
A "squadraccia" went to the parish priest of Budrio and wanted to sell him their paper. The parish
priest refused but risked being beaten up and since then he was always controlled. In spite of this
episode, Budrio passed that period a quite tranquil way.
In 1924 however Fascists invaded and partly destroyed the Catholic Circle. Later a new Catholic
Circle was rebuilt, and it became very active in a short time.
As time went by the community appeared more and more lively and attentive under the guidance of
clever priests.
In twenties and thirties some roads got better and electricity arrived.
During the world war II Budrio passed sad and difficult days.
In the '44 - '45 winter the Germans blew up the bell tower considering it a military target. When
Germans moved back to the Gothic Line, Budrio put up many evacuees some antifascists and
partisans.
At the end of '44 Budrio was subjected to air raids and the church the priest's house and all the
houses suffered heavy damages.
In April '45 Budrio and the whole Romagna were free allied troupes.
Budrio counted eight dead whose nouns we can ready a stone at the cemetery entrance.
The place in its great peacefulness also following Italians events has always kept a marginal life
that gives it a particular charm so just in latest years many young families have chosen to live in.

CENTURIAZIONE ROMANA - Gentile concessione sig.
Stefano Staffa

Le origini del luogo risalgono ad un passato
lontano che affonda le sue radici nel periodo
romano o forse anche precedente.
Infatti prima di questi illustri antenati troviamo
Umbri ed Etruschi che intorno al 400 a.C.
subirono le invasioni dei Galli. Fu contro di essi
che nel II e III sec. a.C. i Romani dovettero
aspramente combattere ricacciando i Galli stessi
a nord della
Aemilia. Sicuramente i romani
colonizzarono il territorio di Budrio, poiché la
centuriazione è qui ancora oggi bene evidente. Il
piccolo villaggio sorgeva sulla attuale via Budrio,
che però non si deve ritenere di origine romana,
in quanto preesistente. I primi Romani che
ebbero in assegnazione queste terre
appartenevano alla
gens Pollia o Balbia.
Per quanto riguarda il toponimo (peraltro molto
diffuso in Emilia Romagna), l'ipotesi più
accreditata fa riferimento al
pagus di Buttrium,
cioè in lingua umbra "luogo adibito a pascolo".
Con la caduta dell'Impero Romano d'Occidente,
come in tutta l'Italia anche nella
Romania
giunsero i barbari che lasciarono tracce
indelebili del loro passaggio costringendo gli
abitanti ad abbandonare la zona dove le forme
di vita organizzata divennero sempre più rare.
Dal V-VI sec. d.C. fino all'XI-XII sec., tutta l'area
fu trasformata dai fiumi Senio e Santerno che,
lasciati a loro stessi, non solo cambiarono il loro
corso, ma diedero vita anche a valli melmose ed
acquitrini.
Ormai scongiurata la crisi dell'anno Mille, con il
feudalesimo fiorirono castelli medioevali in tutta
la zona. Ciò avvenne anche a Budrio e nei
dintorni; costruzioni importanti furono quelle dei
Conti di Cunio. Ma per noi di maggiore interesse
è il castello della "Villa di Budrio". La proprietà fu
per lungo tempo proprio dei suddetti Conti,
famiglia di antica nobiltà ecclesiastica, che nel
XIII sec. d.C. furono sconfitti dai Manfredi di
Faenza. Costoro però non si diedero per vinti
ricostruendo e fortificando i beni rimasti in loro
possesso fino a quando dalle loro fila emerse il
coraggioso ed abile Alberico da Barbiano detto il
Grande, primo capitano di ventura.
Ma pian piano la florida dinastia si esaurì e con
la scomparsa dei Conti di Cunio e di Barbiano,
anche il castello di Budrio cadde nell'oblio.
Essi si estinsero in seguito alla distruzione del
loro Castello, nel 1409, ad opera del cardinale
Cossa alleato di Bolognesi. Tutto il territorio,
compresa anche la vicina Cotignola, divenne
parte allora del dominio della Chiesa e nel 1411
fu poi donato a Muzio Attendolo Sforza
(capostipite dell'omonima signoria milanese),
capitano di ventura che a quei tempi comandava
l'esercito papale. Dopo circa un secolo di alterne
vicende che coinvolsero proprio la dinastia degli
Sforza, la Romagna tornò effettivamente allo
Stato della Chiesa, che ne cedette agli Estensi
di Ferrara l'area lughese, fra cui si annoverava
la stessa Budrio.
Nel XVII secolo con la guerra dei Trent'anni
(1618-1648) che coinvolse quasi tutta la
penisola, le truppe dei Lanzichenecchi, al soldo
degli austriaci, diffusero ovunque la peste, che
minò anche la popolazione di Budrio, dove si
conta che in soli due mesi morissero 31 persone
di cui due terzi erano bambini. Anche il secolo
successivo vide il passaggio di truppe straniere;
in particolare, la tranquilla parrocchia di Budrio,
nel 1735, oltre a soffrire le vicissitudini della
guerra, si trovò ad ospitare un cospicuo numero
di Alemanni, che qui sostarono per circa 6 mesi.
In pieno '700 Budrio contava una popolazione di
circa 400 persone; gli abitanti generalmente
piuttosto poveri si dedicavano principalmente
all'agricoltura, contando sulla possibilità di una
vita tutto sommato tranquilla. Ma le guerre e le
invasioni non erano terminate: alla fine del
secolo infatti si verificò la rivoluzione francese e
soprattutto iniziarono le conquiste napoleoniche.
Anche Budrio, come attestano alcuni documenti
dell'archivio parrocchiale si lasciò allettare dagli
ideali francesi, vedendo in Napoleone il
liberatore dal giogo ecclesiastico. Ciò si rivelò in
realtà una pia illusione tanto che in breve tempo
si cominciò a parlare di fatto di invasori. Nella
zona si ebbero numerosi scontri; in particolare,
nei pressi di Budrio si contarono almeno otto
caduti.
Il periodo post napoleonico fu dominato dalla
restaurazione del governo pontificio secondo
quanto stabilito a Vienna nel 1815, ma le
condizioni in cui vivevano le famiglie certamente
non migliorarono. In campo politico, anche
Budrio risentì dei fermenti risorgimentali, tanto
che per controllare la situazione furono istituite
nel territorio due Guardie Civiche di nomina
pontificia. Ma solo due anni più tardi, nel 1849,
con la proclamazione della Repubblica Romana,
lo Stato Pontificio venne dichiarato decaduto.
Tuttavia l'aiuto che i francesi recarono ai papalini
rovesciò le sorti provocando la fine della stessa
Repubblica Romana. Così anche in Romagna
ricomparvero le Guardie Pontificie. Ancora una
volta l'archivio della parrocchia fornisce
testimonianze interessanti sul periodo storico in
questione: il parroco riferisce alla Curia che a
Budrio non ci sono elementi turbolenti,
anticlericali, liberali, ma solo onesta e brava
gente, dedita alla famiglia e al lavoro. Ciò
evidenzia che la popolazione si mostrava quasi
indifferente agli avvenimenti politici che
coinvolgevano tutta l'Italia e anche la stessa
Romagna. Nonostante questa fosse la normalità
non mancano testimonianze di pesanti liti con
conseguenti assassinii, che pur non avendo una
giustificazione chiara si possono ricondurre a
questioni ideologiche e politiche.

Lo scoppio della I guerra mondiale coinvolse da
vicino anche Budrio, da cui partirono giovani e
meno giovani per andare a combattere in
Trentino e sul Carso; alcuni di essi non fecero
ritorno, come attesta una lapide posta sulla
soglia del cimitero locale.
In seguito, contemporaneamente all'eccitazione
per la rivoluzione bolscevica, di cui si ebbe una
forte eco anche in Italia, si fecero sentire anche
le prime avvisaglie fasciste. Una squadraccia,
"al lavoro" in zona, si fermò anche a Budrio per
vendere al parroco alcune copie del loro
giornale. Di fronte al rifiuto il prelato rischiò di
essere malmenato e rimase comunque guardato
a vista dai fascisti. Al di là di questo episodio, si
può dire che a differenza di altre frazioni
limitrofe, Budrio visse il periodo in modo
pressoché tranquillo, mantenendosi distaccata
dalle vicende politiche italiane e locali. Ma le
molestie non tardarono ad arrivare: i
frequentatori del Circolo Cattolico furono
minacciati e nel 1924 subirono addirittura
l'invasione e la parziale distruzione del loro
locale. Addirittura il tutto fu dato alle fiamme. In
quegli anni però accanto al Circolo Cattolico
erano sorte altre due sedi ricreative che
ospitavano spesso sovversivi e anticlericali. In
breve tempo uno si sciolse per mancanza di soci
e l'altro finì per confluire, favorendone anche la
costruzione, in un rinnovato circolo con sede
presso la canonica. Col passare degli anni, la
comunità si mostrava sempre più viva e attenta
anche per merito di parroci che si succedettero
alla guida. Negli anni '20 '30 si apportarono
migliorie ad alcune strade e arrivò anche
l'energia elettrica. Fu in questi anni che un
budriese divenne addirittura podestà di
Cotignola. Ma a questi episodi di storia locale si
sostituì il terribile avvento della II guerra
mondiale. Nel 1943, come attesta un documento
dell'archivio parrocchiale si operò la requisizione
a scopo bellico delle campane, ma siccome il
tutto procedette con molta lentezza, si giunse
prima alla caduta del regime fascista e le
campane furono salve. Nell'inverno '44 '45 il
comando tedesco diede ordine di far saltare il
campanile considerato obiettivo militare. Il
periodo successivo alla liberazione di Roma con
l'arretramento dei tedeschi sulla linea gotica, si
concretizzò a Budrio in ospitalità agli sfollati, che
giungevano dalle città bombardate, ma anche
ad alcuni antifascisti e aderenti ai nascenti
movimenti partigiani. Alla fine del '44
cominciarono a cadere anche su Budrio granate
e bombe: la chiesa, la canonica e tutte le case
subirono gravi danni. Finalmente nell'aprile '45
tutta la Romagna fu liberata dalle truppe alleate;
ma finito l'incubo della guerra, era necessario
fare i conti con la scia di morte e distruzione che
essa aveva lasciato dietro di sé. Oltre ai danni
materiali a Budrio si contarono anche 8 morti, i
cui nomi possono essere letti oggi sulla lapide
che ne ricorda il sacrificio, posta all'ingresso del
cimitero.
Il resto è cronaca, poiché il luogo nella sua
estrema tranquillità, pur seguendo le vicissitudini
italiane, ha sempre mantenuto quella marginalità
che ancora oggi gli conferisce un fascino
particolare, tanto che proprio negli ultimi anni,
dopo un periodo che si può considerare di
spopolamento, molte giovani famiglie hanno
scelto di abitarvi.

DON LUIGI BERARDI, PARROCO FINO AL 2002

MATER BONI CONSILII

TERRITORIO DI BUDRIO - Gentile concessione sig. Stefano
Staffa

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